Liceo Classico XXVI Febbraio di Aosta
Recensione Utenti
Scuola ottimale
Non è tutto oro quel che luccica...
Insomma, non è possibile che dopo cinque anni di università ci si ricordi della terza declinazione e si dimentichino le opere di Michelangelo (e dopo un sondaggio con ex compagni di classe, la sensazione è comune, forse sintomo che qualcosa è stato spinto all'eccesso)! Poi non è tutto negativo, però la colpa dell'abbandono scolastico è quasi totalmente determinata dall'influenza negativa di alcuni insegnanti e non certo dal gruppo classe
Gentilezza di tutto il personale ATA.
Atelier di italiano e di francese (per percorso bilingue pre-riforma, al ginnasio)
Partecipazione ad incontri formativi utili durante il percorso scolastico.
Stage lavorativo (spero esista ancora) orientativo per il futuro dopo il diploma.
Edificio che andrebbe leggermente rivisto e riorganizzato per evitare troppe succursali.
Laboratorio di chimica inesistente (una volta c'era, al piano terra, ma è stato rimosso), inglobato in quello di fisica piuttosto vecchiotto.
Docenti di materie scientifiche: purtroppo assumono un ruolo secondario (e pensare che qualcuno aveva persino pensato di accorpare matematica e fisica al triennio per un totale di 4 ore, facendo perdere, ovviamente, un'ora di matematica e senza considerare gli stravolgimenti di cattedra, ma mi fermo qui) e dovrebbero acquisire una rilevanza maggiore.
Docenti di inglese, francese e storia dell'arte: da elogiare perché sono tra i pochi che si fanno rispettare e offrono una buona preparazione, ma senza esagerare.
Ne vale la pena?
Quando mi sono iscritto al liceo classico di Aosta ero un normale ragazzo appena uscito dalle scuola medie: con tanta voglia di crescere e di imparare. Ho sempre studiato molto e non ho mai avuto problemi di voti: amavo studiare e non mi faceva paura l'impegno. Eppure, dopo la quarta ginnasio, la mia autostima è crollata. Nonostante lo sforzo, nonostante le ore di studio ESAGERATE, i risultati non erano mai all'altezza delle aspettative e, soprattutto, dell'impegno. I professori non mi incoraggiavano, al contrario: più volte ho percepito in loro la totale mancanza di stima nei miei confronti. Ho trascorso 5 anni della mia adolescenza a lavorare sempre di più, ma con sempre meno convinzione. La mia serenità, il mio amore per lo studio: evaporati. Al termine del percorso ero stremato: era ormai consolidata in me la convinzione che non sarei mai riuscito a combinare nulla di buono nella vita e le mie ambizioni, ormai, non esistevano più. Ero davvero convinto che non sarei mai riuscito a fare l'università, che sarei sempre stato costretto a faticare per non raggiungere nemmeno la metà degli obiettivi prefissati. Eppure, durante il mio percorso universitario, sono rinato! Ho riscoperto il piacere dello studio, ma soprattutto, ho riacquistato la mia autostima. Ora ho appena conseguito la laurea nell'ambito che più amo e sono finalmente realizzato. Questa è la mia esperienza personale, non deve necessariamente essere presa come generalizzazione. Personalmente non credo che, avendo la possibilità di tornare indietro nel tempo, mi iscriverei nuovamente a questa scuola. Ho imparato tanto, non lo nego, sia a livello di preparazione scolastica, sia a livello di crescita personale. Ma non credo che avrei mai il cuore di far vivere quello che ho vissuto io ai miei figli, sia pure in vista di "formarli" alla vita. Preferisco insegnare loro che il fuoco brucia senza permettere che si scottino. Utopia? Può essere. Ma la domanda sorge spontanea: ne vale la pena?
Valutazione da genitore
I ragazzi si annullano nella scuola e si perdono molto della loro adolescenza... a che scopo tutto ciò? Senso critico particolarmente sviluppato? Mah, il mio si è sviluppato tantissimo studiando fisica al tecnico industriale (sebbene poi abbia avuto una professione "tipica" di chi avrebbe dovuto aver fatto il classico!).
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